Cos'è uscito questa settimana
Le nostre scelte musicali le trovi su Spotify nella nostra playlist. Si chiama Halibut, ovviamente. Ti consigliamo di aprirla prima di iniziare e di tenerla come sottofondo durante la lettura.
Neffa - Aggio perzo 'o suonno (feat. Coez, prod. TY1)
Nonostante Neffa sia conosciuto per la sua importanza nella scena rap di Bologna degli anni ‘80 e ‘90, è nato a Scafati, in provincia di Salerno, e si è trasferito in Emilia Romagna solo a 8 anni. Per questo, seppure suoni un po’ strano, nel suo nuovo brano Aggio perzo 'o suonno canta il ritornello in dialetto. Il brano arriva dopo alcuni anni dalle sue ultime produzioni, ed è a metà tra il pop, il rap leggero di Coez e la produzione quasi neomelodica.
Joan Thiele - Futuro wow
È uscito eri Atto I - Memoria del futuro, un EP di due tracce dell’italo-colombiana Joan Thiele. Sotto etichetta Undamento, la voce di Joan rende piacevole l’ascolto con il suo mi fai sentire / tu tu / tu tu tu tu ru e la base elettro - onirica.
Brusco - Mi accendo (feat. Gemitaiz) - prod. Frenetik&Orang3
Te lo ricordi Brusco? Ieri è uscita una sua nuova canzone, Mi accendo (diciamo che il suo leit motiv non è cambiato molto), questa volta in featuring con Gemitaiz. La produzione di Frenetik&Orang3 la rende molto più moderna ed orecchiabile di quanto potrebbe rischiare di esserlo una traccia di Brusco.
Django Django - Waking Up (feat. Charlotte Gainsbourg)
L’ultimo album dei Django Django è uscito ieri e si intitola Glowing in the Dark. Li conoscerete forse per il brano Default, una ballata rock psichedelica molto coinvolgente uscita nel loro disco omonimo del 2012. Il gruppo festeggia quest’anno i 12 anni dalla loro creazione con l’uscita del loro quarto lavoro, dove nella traccia Waking Up canta anche Charlotte Gainsbourg.
Long form
Il New York Times ha pubblicato il 5 Febbraio sulla piattaforma HULU un documentario intitolato Framing Britney Spears sull’ascesa ma soprattutto la seguente caduta della popstar americana.
Tutti si ricordano del famoso breakdown del 2007, ma forse non tutti sanno delle sue seguenti vicende giudiziarie: dal 2008, Britney è diventata a tutti gli effetti dipendente dal padre Jamie. Nonostante abbia oggi 39 anni, la donna è legalmente affidata al padre, una procedura chiamata conservatorship che le impedisce di effettuare molte attività quotidiane e fondamentali al benessere di una persona adulta, come ad esempio decidere come spendere i propri soldi e non poterli usare se non in minima parte, guidare, sposarsi, avere figli, comprare una casa e altro ancora. Jaime Spears è stato designato con questa mansione dopo i diversi crolli psicologici che Britney ha sofferto per relativamente gran parte della sua carriera. Il crollo è stato causato in larga parte, come spiega il documentario del NYT, dalla pressione psicologica che la giovane ha dovuto subire per anni da parte dei giornali e dal mondo dell’entertainment.
Già nel 2009 questa vicenda ha creato scompiglio nella comunità della musica americana e ha portato alla nascita dell’hashtag #FreeBritney subito dopo la decisione del giudice. Dieci anni dopo, alcune testate tra cui il NYT hanno iniziato a porsi delle domande più serie riguardo alla presenza del padre nella sua vita, ancora dopo 11 anni, nonché alla presenza sui social della donna. Sul suo profilo Instagram Britney ha iniziato a postare sempre più video di lei nella sua casa che balla, racconta storie, aneddoti, ma sempre con un’aria impacciata, lo sguardo assente e un sorriso finto che ha iniziato a spaventare la sua fanbase.
Moltissime persone hanno iniziato a commentare i video con frasi preoccupate, sgomente e con la paura che qualcosa non andasse molto bene nella sua vita. La speranza era che lei potesse leggerli e reagire, ma nonostante l’interesse il profilo non è cambiato e lei ha continuato a postare contenuti impacciati e molto poco legati all’immagine che ci si ricordava di lei.
In seguito all’uscita del documentario, Justin Timberlake ha scritto una lettera aperta (su Instagram, sic) nella quale si scusa per il proprio comportamento sia verso Britney che verso Janet Jackson, protagonista dell’incidente al Super Bowl 2004. La fine della storia tra Justin e Britney era stata una delle varie cause del successivo crollo dell’allora 21enne, avendo i tabloid sottolineato in modo oppressivo e violento i presunti tradimenti di lei, iniziando le folli attenzioni dei paparazzi verso la ragazza come era successo in precedenza solo a Lady Diana. L’uscita di Cry Me a River poi, non ha fatto altro che reiterare la storia dell'infedeltà di Britney, rendendo ancora più evidente la volontà di Justin di apparire come la vittima e fare ricadere la colpa della rottura interamente su di lei.
La storia continua, e sembrerebbe che il padre in questo momento stia perdendo alcune cause giudiziarie riguardo all’affidamento di Britney, che potrebbe portare presto alla fine del procedimento di conservatorship
Linkini
Questa settimana è scomparso Chick Corea, una delle figure fondamentali del jazz fusion. Il pianista jazz americano di origine calabrese, nato Armando Anthony Corea, era malato di una rara forma di cancro. La sua carriera era iniziata negli anni ‘60 quando iniziò a suonare con il trombettista Blue Mitchell, nel ‘68 pubblica poi uno dei suoi album più famosi: Now He Sings, Now He Sobs. L’anno successivo cominciò a suonare con Miles Davis, con il quale registrerà In a Silent Way e Bitches Brew. Nominato 65 volte ai Grammy, ne ha vinti più di 20. Chick era molto legato all’Italia, ai musicisti italiani e ai suoi festival. A luglio di quest’anno avrebbe dovuto suonare di nuovo all’Umbria Jazz, che lo ricorda sulle sue pagine social
Nel ‘93 ha anche vinto una Targa Tenco per Sicily, canzone interpretata con Pino Daniele, di cui era grande amico.
Puoi trovare anche un piccolo video-documentario su Vimeo sulla vita di Chick Corea:
Sempre rimanendo in tema Tenco, secondo Lino Patruno, suo amico d’infanzia, la morte di Luigi Tenco sarebbe stato un omicidio. Il cantautore morì il 27 Gennaio 1967 in circostanze non chiare, e secondo quanto dichiara Patruno in un’esclusiva al settimanale Oggi il nome dell’assassino di Tenco sarà presto svelato. Attendiamo sviluppi.
La scorsa settimana ti avevamo consigliato l’ultimo album di Marco Castello, il quale ha appena rilasciato una nuova intervista a Rolling Stone. Il siracusano, classe ‘93 racconta dei suoi studi di tromba jazz alla Civica di Milano, passione che ha poi interrotto, e del ritorno in Sicilia col conseguente incontro con Erlend Øye.
Videini
Su Rai Tre è iniziato il programma di Marco Giallini e Giorgio Panariello Lui è peggio di me. In questo video Marracash canta live Poco di buono, uno dei migliori pezzi dell’album più venduto del 2019. In quest’altro estratto invece Giallini intervista Fabio raccontandosi i loro dischi preferiti, elogiandosi a vicenda e toccandosi molte volte.
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Alla prossima!